lunedì 31 dicembre 2007

AUGURI!!!


Vi auguriamo un anno ricco di gioia, amore e pace.


Buon 2008

lunedì 24 dicembre 2007

AUGURI!!!


Il Coordinatore Nazionale

Matteo Pugliares

ed i collaboratori tutti

augurano a tutti gli amici

di PAROLE SPARSE

un sereno Natale ricco di pace e serenità

venerdì 21 dicembre 2007

"La compagna P38" di Dario Morgante - Newton & Compton - € 9,90


Quattro giovani, sul finire dei tormentati anni Settanta, compiono un percorso politico radicale che - all'indomani del sanguinario e spettacolare sequestro di Aldo Moro- li porta a "entrare" nelle Brigate Rosse. Animati più da un sentimento di giustizia e di ribellione che da una fede nella dottrina marxista-leninista, Ermes e compagni saranno coinvolti nella spirale di cieca violenza che coinvolge le organizzazioni armate a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta. Impareranno a loro spese di potersi fidare solo gli uni degli altri, dormendo ogni sera in case diverse, la mano sul calcio della P38, la pistola letteralmente sotto al cuscino. Nel 1980 Ermes entrerà a far parte della direzione strategica della colonna romana assieme a Barbara Balzerani e Mario Moretti. Per gli altri brigatisti "storici" Ermes e compagni sono come fumo negli occhi, considerati poco più che cani sciolti, più preoccupati di contrastare gli uomini della Banda della Magliana e la diffusione dell'eroina, che di colpire "il cuore dello Stato". Il loro pane quotidiano non sono gli infiniti pedinamenti degli uomini politici del pentapartito o la riscrittura calibrata di cervellotici comunicati stampa, quanto l'eliminazione degli uomini del racket o la distruzione a colpi di tritolo del commissariato di quartiere.


Per acquistare il libro: http://www.newtoncompton.com/



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mercoledì 12 dicembre 2007

E se per una volta parlassimo di film?







Carissimi amici di Parole Sparse,



per una volta abbiamo voluto mettere da parte libri, premi letterari ecc. e ci siamo decisi a pubblicare due recensioni di film a cura della nostra amica Roberta Barazza.
Insomma, si tratta di un'eccezione ma chissà...

'Beowulf & Grendel' di Gerard Butler
Mi è piaciuto molto 'Beowulf & Grendel' di Gerard Butler.Il poema epico in antico inglese racconta la storia di Beowulf, l'eroe scandinavo chiamato alla corte del re di Danimarca perchè uccida il terribile Grendel, assassino di molti danesi.Sembra una contrapposizione tra Male e Bene ma la storia è più sottile e affascinante.Perchè uccide molte persone Grendel? E' davvero un mostro atroce o agisce secondo una logica in qualche modo giusta e umana?Beowulf capisce che il re danese nasconde qualche dettaglio nel raccontare i crimini efferati del mostro.Glielo farà invece capire un'altra persona disprezzata dalla società: la strega e prostituta Grimur, che sa che Grendel è diventato mostro dopo che i danesi gli hanno ucciso, senza motivo, il padre.Il film, infatti, non distingue nettamente, alla Bush, tra Asse del Bene e Asse del Male.Grendel è un assassino, ma non uccide donne, bambini e vecchi danesi, e neppure gli stranieri. Uccide solo adulti danesi, perchè adulti danesi hanno ucciso suo padre quando lui era un bambino.Grimur è una prostituta e ha avuto un figlio da Grendel. Ma mentre gli uomini 'normali' l'hanno venduta e costretta a prostituirsi, Grendel impediva ad altri uomini d'avvicinarsi alla sua casa, in qualche modo proteggendola da altre violenze.Grimur è considerata una strega perchè vede nel futuro, ma soprattutto capisce il cuore umano e riconosce in Grendel una grandezza, una dignità, un codice morale, che altri non hanno.E Beowulf? Da che parte sta? Lui dice a Grimur 'io sono diverso', ma Grimur risponde che anche lui non è così diverso: anche lui uccide, e uccide Grendel.La grandezza di Beowulf sta non tanto nella lotta vittoriosa contro il mostro, ma nella sua capacità di capirne la dignità e cercare la giustizia. Deve uccidere Grendel perchè continua a uccidere i danesi, ma vuole capire la sua storia e riconosce che anche lui è vittima della violenza altrui.Chi sono i veri mostri, verrebbe da chiedersi se la domanda non fosse ormai usurata: i cosiddetti normali, o chi è al margine della società, spesso per colpa dei cosiddetti normali?Come tutte le grandi storie, anche questa racconta gli uomini di tutti i tempi.
Roberta Barazza

'L'estate di Kikujiro' di Takeshi Kitano
Vorrei consigliare un film molto bello: 'L'estate di Kikujiro' di Takeshi Kitano.Il film racconta di un bambino che vive in Giappone con la nonna e che non ha mia conosciuto i genitori. La nonna dice che sua mamma deve lavorare per lui e non può vivere con loro, e gli dice che abita in una città lontana del Giappone.Il bambino decide di partire da solo alla ricerca della mamma, ma una vicina, accortasene, manda il marito ad accompagnarlo.E così inizia l'avventura di questa strana coppia, in cui non è sempre chiaro chi è l'adulto e chi il bambino.Un film che ricorda Charlot e Pinocchio.L'accompagnatore, Kikujiro, è un adulto succube della moglie; deve avere amicizie tra i mafiosi perchè si comporta sempre come un boss che comanda, ma neanche a casa sua nessuno lo ascolta. E' un arrogante che nel corso del viaggio cerca distrazioni e avventure, e gli piace creare situazioni strane un po' per divertire il bambino, e molto anche per appofittare di questa vacanza dalla routine quotidiana.Gli succedono anche cose spiacevoli: restano senza soldi, quasi affoga nella piscina di un albergo perchè non sa nuotare, viene bastonato da boss mafiosi, viene con Masao abbandonato ad una fermata del bus dove non passano bus, devono scappare perchè per ottenere un passaggio bucano le ruote delle macchine che passano.E' un arrogante che riceve le sue lezioni di vita in questo viaggio poetico e impara a diventare un po' più adulto e a prendersi reponsabilità nei confronti del bambino. Per divertire il quale, dopo la triste scoperta che la madre non abita lì, organizzerà teatrali messinscena 'on the road' con i suoi buffi compagni di viaggio: il poeta che spiega al bambino il sistema solare, i due centauri che per farlo ridere si trasformano in polipo, pesce volante, marziano, tarzan, indiano, mostro ciccione ...Le parti del grande e del bambino sono spesso intercambiate: è il bambino che insegna all'adulto che invece di bucare le ruote delle macchine per ottenere un passaggio, forse è meglio semplicemente 'chiedere con gentilezza'; quando l'adulto 'cade dalle scale' e ricompare pieno di botte e sangue è il bambino che di notte fa aprire una farmacia per procuragli i cerotti; la mamma che cercano è quella del bambino? o quella di Kikujiro, che lui intravede nell'ospizio ma che preferisce non salutare?Masao non ha trovato la mamma dopo questo lungo viaggio, ma di certo, come Pinocchio, molte avventure che ricorderà a lungo. E sembra proprio una scena da Pinocchio quella di Masao nel parco dei divertimenti, di notte, solo, in attesa di Kikujiro, quando compaiono all'improvviso 'il gatto e la volpe' che lo spaventano e riempiono di paure il suo sonno.Prima di partire Masao chiedeva ad un compagno di classe dove sarebbe andato quell'estate. Lui era infelice perchè non sarebbe andato da nessuna parte ... e invece vivrà questa straordinaria, colorita avventura; non trova la mamma ma di certo episodi che riempiranno i suoi ricordi e un vicino di casa che d'ora in poi non è più lo sconosciuto che era.
Roberta Barazza




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domenica 9 dicembre 2007

"Schiava di mio marito" di Thmina Durrani - Mondadori Editore - € 8,80


'Schiava di mio marito' di Tehmina Durrani è un libro molto coinvolgente e molto prezioso.Tehmina Durrani è una donna pakistana ancora vivente, di circa 50 anni.

Nel libro racconta la sua vita: l'infanzia in una famiglia molto agiata ma diretta da una madre durissima che schiaccia la personalità della figlia; il matrimonio con un politico pakistano e, dopo un iniziale idillio, le violenze psicologiche e fisiche, l' obbedienza assoluta a cui era costretta, la totale mancanza di autonomia, l'impossibilità di prendere la minima decisione, anche la più banale e quotidiana; in una parola, la sua schiavitù.

E' un libro autobiografico, ma è molto più che una autobiografia: racconta la condizione della donna e la storia politica nel Pakistan più recente. E vi compaiono personaggi noti, come i leader politici Ali e Benazir Bhutto, o il Generale Zia e Nawaz Sharif.

Tehmina Durrani è una donna ricca e intelligente. Per questo le ingiustizie, le umiliazioni, le violenza che subisce fanno pensare a quanto terribilmente peggiore può essere la vita delle donne che non hanno neanche la sua ricchezza e il suo livello culturale.

Dopo il matrimonio il marito sempre più tratta la moglie senza il minimo rispetto, e distrugge la sua autostima, la sua sicurezza, il suo equilibrio psicologico e persino la sua integrità fisica.

Fino a quando lei stessa comincia a rendersi conto che nessuno ha il diritto di trattarla in questo modo, e reagisce alla violenza.

Da questo momento il marito è costretto a riconoscere che quell' oggetto che ha sposato ha una volontà che sfugge al suo controllo. Sempre più Tehmina opporrà le sue scelte a quelle del marito brutale, ricostruendo a poco a poco la sua personalità annichilita.

La crescente consapevolezza del suo diritto di pensare, di scegliere, di agire, aumenta con la partecipazione di Tehmina alle vicende politiche del marito stesso e del suo paese. E' grazie a lei che il marito, in carcere per motivi politici, sarà liberato. Ma se la crescente indipendenza della moglie gli ha portato indubbi vantaggi, resta il suo rifiuto di accettare che una donna possa fare troppo di testa sua.

Tehmina decide infine di rompere il matrimonio, in un paese in cui una donna non ha valore se non in relazione al marito che l'accompagna. E chiede il divorzio, anche perchè delusa dalle scelte politiche meschine, opportuniste, disoneste di colui che lei riteneva un politico realmente preoccupato per le sorti del popolo pakistano.

Scrivere questo libro è costato molto a Tehmina Durrani: condanna da parte della famiglia, della società maschilista pakistana, condanna anche del tribunale per adulterio e per il suo coinvolgimento nelle attività dei servizi segreti indiani.

Ma è la storia di una vincitrice, di una persona che ha conquistato la libertà di decidere, e che è consapevole che la condanna della società, specie verso le donne, non ha spesso nulla a che fare con la vera giustizia, ed è invece il risultato di abusi e crimini secolari ma ancora attuali.

A cura di Roberta Barazza


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